Archivio Diocesano
L'origine degli archivi diocesani risale alla costituzione delle comunità cristiane.
Era una necessità implicita ed essenziale che ogni chiesa particolare conservasse le proprie memorie: dei vescovi e dei relativi atti, dei benefattori e, soprattutto dei membri eminenti della comunità, primi tra tutti i martiri, per i quali si annotava il giorno del martirio ed era conservata una copia dei rispettivi atti proconsolari del processo, oppure una “Passione” che venivano letti nella sinossi liturgica comunitaria dell'anniversario.
Con l'estendersi delle comunità particolari, è naturale che crescesse anche il materiale documentario prodotto e conservato e quindi, le varie chiese locali iniziarono a costituire n loro patrimonio immobiliare: luoghi di culto, cimiteri ed altri beni, che a volte assunsero dimensioni tali da attirare l'attenzione dello Stato. La sorte di questo antichissimi archivi seguì, purtroppo, quella dello stato stesso che fu messo a soqquadro dalle cosiddette “invasioni barbariche”.
In età moderna, gli archivi diocesani furono riorganizzati, o fondati, dopo il Concilio di Trento. Che si dovessero erigere e sviluppare archivi diocesani era una condizione necessaria per tradurre in pratica la restaurazione della vita della Chiesa nei suoi vari settori, ossia nelle sue istituzioni, nell'azione dei suoi dignitari e operatori pastorali e nella vita dei semplici fedeli.
Oggi, tra il materiale conservato negli Archivi Diocesani, oltre le serie proprie degli Archivi, dei quali fanno parte anche le copie delle registrazioni parrocchiali, spesso si trova materiale appartenente alle parrocchie, depositato presso l'Archivio Diocesano per motivi di conservazione e fruizione al pubblico.